POSTCARDS # LONDON

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Caro Davide, ho ritrovato questa cartolina che ti avevo scritto lo scorso anno quando pensavamo all'esercizio da affidare agli studenti, utilizzare l'architettura come modello di analisi urbana, usare un edificio conosciuto, decontestualizzarlo, per poi immergerlo in un altra realtà. 
Qui ero andato un pò oltre trasformando completamente la fotografia  che avevo fatto, una torre  che non è più una torre.
La manipolazione della foto la sua campionatura in un oggetto altro, la scelta dello sfondo, l'assenza del colore e la vibrazione tridimensionale dell'oggetto ci restituiscono quello che dovrebbe essere la definizione di architettura come modello.
Ti allego le note che avevo appuntato dietro l'immagine, ci serviranno per esercizi futuri.

La capacità delle fotogafie di evocare piuttosto che di dire, di suggerire piuttosto che di spiegare, le rende materiale affascinante per lo storico, l'antropologo o lo storico dell'arte che voglia estrarre una sola immagine da una sola grande raccolta e usarla per raccontare le proprie storie. Ma tali storie possono anche non avere niente a che fare con l'originale contesto narrativo della fotografia, con l'intento del suo creatore o con la modalità di fruizione del suo creatore o con le modalità di fruizione del suo pubblico in prima battuta. (Martha Sandweiss)

Isolare l'architettura dal suo contesto per raccontare nuove storie in altre città, cercare un collegamento ancora possibile tra l'architettura e lo spazio urbano.