ARCHIVIO # 03
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Acquedotto Felice - Roma |
Microinfrastruttura # 1
L'acquedotto Felice a Roma. È
un limite tra condizioni urbane diverse, che struttura lo spazio informale
della cosiddetta città diffusa, apparentemente un
luogo intoccabile, protetto. Nella realtà
questo limite struttura ed organizza un pezzo di città, non separa ma unisce modernità e tradizione, storia e futuro.
Lo spazio urbano lo ingloba al suo interno non lo accetta come
oggetto antico ma lo rende parte attiva di una stratificazione complessa.
Roma è così, una città che non accetta di essere protetta, ma che
piuttosto si fa corpo in continua trasformazione.
Il muro definisce insieme il
grado zero e il punto di arrivo del progetto architettonico. Il suo carattere
lineare, ma finito, supera la dialettica tra edificio e spazio di movimento,
tra oggetto e vuoto, che dall'epoca barocca ad oggi costituisce il cuore del
giudizio di valore attribuito all'architettura. (1)
Qui nel corpo della città non è il muro inteso come
elemento base dell'architettura,
ma il muro infrastruttura, l'acquedotto. Un sistema territoriale che entra direttamente
in contatto con la topografia dei luoghi urbani e del paesaggio, ed è proprio la scala territoriale a fare dell'acquedotto un
tipo di infrastruttura contemporanea, perché pur
perdendo il suo carattere funzionale storico è capace
di produrre spazio secondo una modalità diversa, quella
dell'inclusione.
(1) Gabriele Mastrigli
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Unità di abitazione temporanea- Cina |
Microinfrastrutture # 2
Mi fa pensare che solo attraverso spazi minimi aggregati tra di loro possiamo costruire una complessità, un muro fatto dalla sovrapposizioni di questi tubi, non sarà solo un muro ma un muro abitato. La nostra necessità minima l'esigenza primaria di uno spazio abitabile, può definire una possibilità per il progetto.
Allo stesso tempo penso che nelle città contemporanee sempre di più crescono spazi residuali, luoghi che possono e devono essere reiventati di continuo.