ARCHIVIO # 03

by


07



Acquedotto Felice - Roma






Microinfrastruttura # 1

L'acquedotto Felice a Roma. È un limite tra condizioni urbane diverse, che struttura lo spazio informale della cosiddetta  città diffusa, apparentemente un luogo intoccabile, protetto. Nella realtà questo limite struttura ed organizza un pezzo di città, non separa ma unisce modernità e tradizione, storia e futuro.
Lo spazio urbano lo ingloba al suo interno non lo accetta come oggetto antico ma lo rende parte attiva di una stratificazione complessa.
Roma è così, una città che non accetta di essere protetta, ma che piuttosto si fa corpo in continua trasformazione.
Il muro definisce insieme il grado zero e il punto di arrivo del progetto architettonico. Il suo carattere lineare, ma finito, supera la dialettica tra edificio e spazio di movimento, tra oggetto e vuoto, che dall'epoca barocca ad oggi costituisce il cuore del giudizio di valore attribuito all'architettura. (1)
Qui nel corpo della città non è il muro inteso come elemento base dell'architettura,  ma il muro infrastruttura, l'acquedotto. Un sistema territoriale che entra direttamente in contatto con la topografia dei luoghi urbani e del paesaggio, ed è proprio la scala territoriale a fare dell'acquedotto un tipo di infrastruttura contemporanea, perché pur perdendo il suo carattere funzionale storico è capace di produrre spazio secondo una modalità diversa, quella dell'inclusione.

(1) Gabriele Mastrigli







08





Unità di abitazione temporanea- Cina





Microinfrastrutture # 2

Una sezione tubatura di cemento usata per le condutture idriche,  uno spazio minimo, ma anche un guscio per proteggere un corpo. Una cellula base su cui costruire sistemi complessi. 
Mi fa pensare che solo attraverso spazi minimi aggregati tra di loro possiamo costruire una complessità, un muro fatto dalla sovrapposizioni di questi tubi, non sarà solo un muro ma un muro abitato. La nostra necessità minima l'esigenza primaria di uno spazio abitabile, può definire una possibilità per il progetto.
Allo stesso tempo penso che nelle città contemporanee sempre di più crescono spazi residuali, luoghi che possono e devono essere reiventati di continuo.